sabato 18 febbraio 2012

Sledge (1970) e il mistero di Giorgio Gentili

Regia: Giorgio Gentili e Vic Morrow. Soggetto e Sceneggiatura: Massimo D’Avack, Vick Morrow, Frank Kowalsky. Fotografia. Luigi Kuveiller. Montaggio: Renzo Lucidi. Musica: Gianni Ferrio. Scenografia: Mario Chiari. Costumi: Elio Micheli. Effetti Speciali: Pasquino Benassati. Assistente alla Regia. Fabrizio Gianni. Produzione: Dino De Laurentiis. Interpreti: James Garner, Fausto Tozzi, Laura Antonelli, Riccardo Garrone, Orso Maria Guerrini, Tiberio Mitri, Laura Betti, Didi Perego, Paola Barbara, Bruno Corazzari, Ken Clark, Steffen Zacharias, Lorenzo Piani, Franco Balducci, Franco Giornelli,  Wayde Preston, Barta Barry, Dennis Weawer, John Marley, Lorenzo Fineschi, Mario Valgoi, Claude Akins, Tony Young. 

Il film è uscito anche in Giappone!

Giorgio Gentili è un segretario di produzione (Camicie rosse di Alessandrini, 1952) e aiuto regista molto attivo sin dagli anni Cinquanta. Lavora con molti registi dal 1966 al 1972, prediligendo la collaborazione con Carlo Lizzani. Firma come regista solo tre pellicole: Un dollaro per sette vigliacchi (1967), con lo pseudonimo di Dan Ash che vede tra gli interpreti Dustin Hoffman, Bang Banga Kid (1968), con il nome di Stanley Pragor e Sledge (1970), dove sarebbe regista insieme a John Sturges (ma i titoli parlano di Vick Morrow). Molti critici attribuiscono Sledge al solo Sturges, affermando che Gentili sarebbe solo un prestanome per l’edizione italiana. Roberto Poppi, da noi interpellato, afferma che le testimonianze riconducono la regia a Vick Morrow, attore  e regista televisivo nordamericano, che ricordiamo interprete di un paio di film di Enzo G. Castellari (L’ultimo squalo e I guerrieri del Bronx). 


Gentili è aiuto regista dal 1959 al 1976: Jovanka e le altre, I tartari, Sodoma e Gomorra, Io, Semiramide, Maciste all’inferno, Le quattro giornate di Napoli, A 001 operazione Giamaica, I quattro inesorabili, Se tutte le donne del mondo…, Un fiume di dollari, Requiescant, Banditi a Milano, Lo sbarco di Anzio, Barbagia, Una lucertola con la pelle di donna, Boccaccio, All’onorevole piacciono le donne, Roma bene, Torino nera, L’arbitro, Zanna bianca, Il bacio di una morta, Alla mia cara mamma nel giorno del suo compleanno, L’anticristo, Colpita da improvviso benessere e Il marito in collegio.


Vediamo la trama del terzo e ultimo film, girato prima di tornare al mestiere di assistente. Sledge è un bandito ricercato che decide di impossessarsi di un carico d’oro. Si fa arrestare da un complice, che si finge ispettore di polizia, riesce a introdursi nella fortezza che custodisce l’oro e a impossessarsene. Tra i malviventi si scatena una feroce battaglia per accaparrare il bottino durante la quale viene uccisa la donna di Sledge. Il bandito si vendica eliminando gli assassini e alla fine se ne va rinunciando all’oro.

James Garner con Laura Antonelli

Sledge è un film che gode di un buon budget, prodotto da De Laurentiis, girato negli Stati Uniti (Garrone afferma che alcune scene sono state realizzate in Spagna) e interpretato da un ottimo attore di western come James Garner, perfetto nel ruolo del bandito. Il resto del cast è quasi tutto italiano, ma si ricorda soprattutto la presenza di una biondissima Laura Antonelli, nei panni della donna del gangster, che si vede solo per poche sequenze. Didi Perego e Laura Betti sono altre due interpreti femminili di rilievo, così come vanno citati Orso Maria Guerrini e Riccardo Garrone. Buona la musica di Gianni Ferrio, così come è imponente la ricostruzione d’epoca e l’intera costruzione scenografica. Il montaggio è lento.


A nostro avviso non si tratta di un western all’italiana, come  scrivono molti critici, ma il film presenta tutte le caratteristiche di un lavoro statunitense, sia per l’interprete principale, sia per la confezione elegante che non ha niente a che vedere con la nostra concezione del genere. Si tratta di un film prodotto da un imprenditore italiano, girato da un regista statunitense che si avvale di maestranze italiane, pensato per il doppio mercato, ma la concezione western è classica, tipicamente nordamericana.

Laura Antonelli in una scena simbolo di Malizia

Pino Farinotti è il solo autore che cita il film e concede tre stelle. Troppe per una pellicola convenzionale, compassata, pulita e priva di sbavature, ma con pochi elementi di interesse e di originalità. Merita la visione solo la curiosa presenza di Laura Antonelli (impegnata in una casta scena erotica) alle prese con la sua nona pellicola in carriera. Malizia uscirà tre anni dopo.

Gordiano Lupi

Nessun commento:

Posta un commento