sabato 7 aprile 2012

Cinque marines per cento ragazze (1961)

di Mario Mattòli


Regia: Mario Mattòli. Soggetto e Sceneggiatura: Castellano & Pipolo. Fotografia: Riccardo Pallottini. Scenografie: Piero Filippone. Montaggio: Roberto Cinquini. Musiche: Gianni Ferrio. Costumi: Vera Marzot. Aiuto Regista: Gabriele Palmieri. Direttore di Produzione: Iacopo Comin. Produzione: Antonio Colantuoni per Alpi Cinematografica. Distribuzione: Regionale - Imperialcine. Interpreti: Ugo Tognazzi, Mario Carotenuto, Raimondo Vianello, Little Tony, Hélène Chanel, Virna Lisi, Bice Valori, Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Raffaella Carrà, Paul Wynter, Vittorio Conga, Santo Versace, Sergio Raimondi, Margherita Lerda, Wicky Ludovisi, Daniela Calvino, Lilian Neyung, Pietro De Vico, Carla Calò, Elsa Vazzoler, Edith Peter, Greta D’Arle. Girato Studi Incir - De Paolis. 


Il trailer - a metà strada tra cartoon e cinema - annuncia con tono altisonante: “Ugo Tognazzi e i suoi cinque marines, Virna Lisi e le sue cento ragazze! Cento minuti di buonumore e di sano divertimento. Ventidue attori scelti tra i beniamini del pubblico e la coppia più comica dell’anno. Un film consigliato contro il nervosismo della vita moderna”. Il regista è Mario Mattòli, una garanzia, anche se negli anni Cinquanta - Sessanta il cinema brillante sembra fatto dagli attori e il regista non si è ancora guadagnato un ruolo da autore. La storia vede protagonista Ugo Tognazzi, ma sono molti gli attori di grido che garantiscono un buon successo di pubblico. La storia parte da una scommessa tra due ufficiali: l’ammiraglio Michingan (Carotenuto) e il generale Patterson (Vianello), decisa al circolo ufficiali dove come barman troviamo niente meno che Franco e Ciccio. Il generale scommette la barba che fermerà lo sbarco dei marines durante un’esercitazione, ma per essere sicuro di vincere tenta di corrompere il sergente Imparato (Tognazzi), che non si lascia convincere. La missione dei cinque marines capitanati da Tognazzi sbaglia obiettivo e finisce per rifugiarsi in un collegio femminile invece che in una vaccheria. Le ragazze del collegio sono capeggiate da una spumeggiante Virna Lisi, ma tra le bellezze citiamo anche una giovanissima Raffaella Carrà, Hélène Chanel e Margherita Lerda.


Il collegio femminile è in lotta con il confinante collegio maschile e i ragazzi - che sfoggiano un maglione rosso con una S nel petto - non perdono occasione per sbeffeggiare le ragazze. Franco e Ciccio sono i due factotum, assunti dalla direttrice del collegio (Valori), che passano l’intera pellicola a chiedersi cosa voglia dire factotum, ma quando lo capiscono vengono licenziati. Little Tony è il marinaio canterino Tony Collina che conferisce alla commedia brillante un tono da musicarello, visto che interpreta due canzoni di successo come Grazia e Non ce la faccio più, dedicate a Virna Lisi, ma pure Bella Puppa, un pezzo rock orecchiabile. Il personaggio di Tognazzi è irresistibile, cita proverbi, commette errori e finisce quasi bruciato in un travestimento da pagliaio. Franco e Ciccio si presentano davanti al cancello del collegio e il primo afferma: “Un collegio. Ci dovevo stare due anni, poi c’è stata l’amnistia”.


Vengono assunti da Bice Valori (molto brava) in cambio di vitto e alloggio, ma devono partecipare alla seduta spiritica per evocare il fondatore del collegio, anche se Franco trema per la fifa. Il collegio femminile è una scuola d’altri tempi che fa sorridere e provoca un pizzico di nostalgia. Le professoresse insegnano a fare le mamme, a cucinare, a ricamare, in una parola a compiere quelle attività che una volta erano reputate femminili. Lo sbarco dei marines provoca subito una gran confusione con Franco e Ciccio che accolgono Tognazzi a fucilate e gli impallinano il sedere. Il regista punta su ciò che il pubblico vuol vedere, approfittando di una sgargiante fotografia a colori, inquadra le ragazze in pantaloncini mentre fanno ginnastica, al mare in costume da bagno, mostrando il poco consentito dalla casta morale anni Sessanta.


Ottima la gag del marine piccolo di statura che si innamora della Carrà, viene scambiato per un bambino e tenta con ogni mezzo di baciarla. Non mancano parti da pochade e da commedia degli equivoci, ma pure le comiche sono citate a piene mani con una torta che esplode in cucina per colpa di una bomba e finisce in faccia a Franco e Ciccio. Alcune situazioni romantiche vedono protagonisti Little Tony e Virna Lisi, ma anche gli altri marines innamorati di Margherita Lerda, Raffaella Carrà ed Hélène Chanel. Commedia degli equivoci allo stato puro è il pranzo di Vianello seduto sopra Tognazzi nascosto in un finto covone di fieno, che si vede versare addosso una tazza di caffè bollente e finisce per prendere fuoco quando il generale getta un fiammifero. L’erotismo è molto casto e sottinteso, ma abbastanza per scandalizzare critici bacchettoni e solerti censori del periodo. La fame è un tema ricorrente che ispira una parte onirica con Tognazzi che sogna di mangiare un enorme tacchino e si sveglia mentre morde la mano di un marine. “Le donne sono donne, ma la fame è fame”, dice a un certo punto mentre addenta un panino. Il finale vede i marines arruolati in uno spettacolo teatrale messo in scena dalle ragazze per ridicolizzare i maschi del collegio rivale, che prevede scimpanzé vestiti da ragazzi. L’ammiraglio Catoneuto vince la scommessa, Vianello si taglia la barba, ma si vendica spedendo Tognazzi in missione nel Congo. Franco e Ciccio se ne vanno dal collegio stile Charlot, ma anche Stan Laurel e Oliver Hardy, valige e fagotti in spalla, proprio quando avevano imparato a fare i factotum.


Mario Mattòli mette in scena una commedia garbata con il consueto stile leggero, sulla falsariga di Marinai donne e guai (1958) di Giorgio Simonelli, seguito anche da Pugni, pupe e marinai (1961) di Daniele D’Anza (che vede ancora all’opera Franco e Ciccio). Non ci sono complicazioni intellettuali o messaggi subliminali in un prodotto commerciale, comico, rilassante, che ammicca al nascente filone erotico, ma senza esagerare. Ottimo il cast di attori, che conta su Raimondo Vianello, Mario Carotenuto e Ugo Tognazzi in gran forma, ma anche la scelta del cantante è felice, perché Little Tony non esagera con la sua presenza, ma intrattiene il pubblico con tre pezzi piacevoli. Una commedia che a tratti sconfina nel musicarello, anche se dobbiamo contraddire qualche critico (Simone Buttazzi) che vede tra gli interpreti un non presente Gianni Morandi. Molto bella Virna Lisi, affascinante al punto giusto, ma anche Raffaella Carrà resta impressa nel nostro immaginario per lo sguardo da cerbiatta.


Per Franco e Ciccio è il secondo anno in carriera, dopo il debutto targato Mattòli con Appuntamento a Ischia (1960), il film non è ancora costruito su di loro, ma interpretano un consistente ruolo da comprimari. Cinque marines per cento ragazze è la quinta pellicola interpretata dalla coppia comica, uno dei musicarelli che li vede coprotagonisti: Appuntamento a Ischia (1960), Tutto è musica (1963), Soldati e caporali (1964), Stasera mi butto (1967), Nel sole (1967), Lisa dagli occhi blu (1969) e Ma che musica maestro (1971). La critica stronca per principio le commedie di Mario Mattòli (1898 - 1980), avvocato mancato e regista diligente che confeziona ottantacinque pellicole, da Tempo massimo (1934) a Per qualche dollaro in meno (1966). Paolo Mereghetti concede una stella: “Commedia militare più commedia di college all’italiana, con contorno di comici e situazioni-pretesto per consentire all’allora popolare Little Tony di cantare le sue canzoni”. Pino Farinotti concede due stelle, ma non spreca giudizi critici. Due stelle anche per Morando Morandini, che però aggiunge le tre stelle di valutazione del pubblico: “Commedia divertente, all’epoca giudicata sconveniente e molto spinta per le situazioni scabrose e i dialoghi scollacciati”. A nostro parere si tratta di un lavoro senza pretese che si prefigge il solo scopo di divertire e di intrattenere. E ci riesce benissimo.

Per vedere il film, più o meno bene, a questo link lo trovate : http://www.youtube.com/watch?v=oq9hYt2-th4. Ma se volete avere la vostra copia la trovate in edicola, edita da Hobby & Work
Gordiano Lupi

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