giovedì 12 aprile 2012

Ercole e Maciste nella valle dei guai (1961)

di Mario Mattòli


Regia: Mario Mattòli. Soggetto e Sceneggiatura: Vittorio Metz e Marcello Marchesi. Scenografie: Enrico Tavaglieri. Aiuto Regista: Gabriele Palmieri. Montaggio: Roberto Cinquini. Fotografia: Enzo Oddone. Musica: Gianni Ferrio. La canzone “Ciao tesoro” di Beneri - Armanni- Ladypark è cantata da Jimmy Fontana. Direttore di produzione: Ignazio Luceri. Prodotto da Italo Martinenghi per Cinesecolo Cinematografica. Interpreti: Raimondo Vianello, Mario Carotenuto, Liana Orfei, Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Bice Valori, Gino Bramieri, Francesco Mulè, Ave Ninchi, Kirk Morris, Frank Gordon, Gino Buzzanca, Gianna Cobelli, Fanfulla, Renato Maddalena, Rita Salvati, Riccardo Paladini, Renato Guerra, Ombretta Ostenda, Santo Versace, Sandra Mondaini, Carlo Croccolo. Girato per gli interni nei Teatri di Posa Incir - De Paolis. Rieditato come “Franco, Ciccio e Maciste contro Ercole nella valle dei guai”.


Terzo film con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, comprimari di lusso in una commedia corale dai toni farseschi, girata con garbo ed eleganza dal veterano Mattòli. La storia è quanto di più assurdo si possa immaginare, ma le incongruenze e le  situazioni paradossali tipiche della parodia e della farsa sono ben gestite a livello di sceneggiatura. I veri protagonisti sono Mario Carotenuto, imprenditore romano in bolletta, e Raimondo Vianello, un divertente conte veneto, che vengono scaraventati nel 5.000 avanti Cristo da un’ improbabile macchina del tempo. La parodia del peplum parte da una serie di anacronismi, con i due eroi vestiti in abiti moderni alle prese con soldati greci nella città di Antiochia. Carlo Croccolo è Fetonte (il suo nome dà origine a facili battute), capo delle guardie, Francesco Mulè è il sovrano Eurisseo che ha spedito Ercole a compiere le dodici fatiche, Liana Orfei è la bellissima Deianira, fidanzata di Ercole, Bice Valori è un’irresistibile Maga Circe (“Ahò, so’ na’ maga, mica cavoli!”), Sandra Mondaini è la ninfa Eco innamorata di Maciste, che parla ripetendo sempre l’ultima parte della parola. Ercole è interpretato da Frank Gordon, Maciste da Kirk Morris, due culturisti che fanno la parodia di loro stessi, visto che interpretano i mitologici forzuti anche nelle pellicole peplum. Va citato anche il vigile urbano Gino Bramieri, che viene trasportato nel futuro dove si rende conto che la metropolitana a Roma non è ancora stata completata. Franco e Ciccio sono Francheo e Ingrassiade, due compagni di Ercole, spedito in Trinacria (Sicilia) a compiere le sue fatiche, che vengono salvati dalle grinfie del ciclope prima di essere divorati. I due comici fanno irruzione nella storia interpretando alcuni siparietti a tema erotico, prima con una sirena d’acqua dolce che li ammalia, poi con due ragazze greche al ritorno dalla Sicilia, quindi con una canzone di Franco: “Con le donne che fanno la guerra” e un corpo di donne - soldato in minigonna che ballano. Franco e Ciccio vengono “condannati a mogli”, obbligati a sposare le due ragazze disonorate e spediti a caccia dei viaggiatori nel tempo, considerati nemici di Antiochia. I due comici si perdono nel buio della notte creata da Circe, ma alla fine arrestano gli stranieri e la loro ultima battuta è a tema erotico, quando siedono sulle gambe di due donne: “Nel continente pure le sedie sono femmine. E chi si muove?”, dice Franco.


Il film diverte senza scadere mai nella volgarità. Mattòli parte da un assunto fantastico per costruire una commedia molto colorata e - con la scusa del peplum - riesce a mostrare qualche ragazza discinta eludendo la solerte censura. Liana Orfei compare in alcune sequenze con le gambe nude, così come vediamo alcuni balletti con musiche da chá-chá-chá interpretati da danzatrici in abiti ridotti. Per il periodo storico è il massimo dell’erotismo. Mario Carotenuto è irresistibile, un attore che ha attraversato tutta la nostra commedia, dal neorealismo rosa al sexy anni Settanta, che interpreta la solita macchietta dell’imprenditore romano un po’ truffaldino, corretta in chiave mitologica. Raimondo Vianello è il coprotagonista, l’uomo cammello che si innamora di Deianira, viene scambiato per un mago insieme al compagno quando tira fuori le pasticche per il mal di testa e i fiammiferi, finisce per sfidare Ercole in un incontro di lotta dopo aver acquisito la forza di Maciste.


I trucchi sono artigianali, le scenografie limitate e di cartapesta, il regista non si azzarda a girare panoramiche per evitare che il pubblico comprenda, ma il film funziona e diverte ancora oggi, nonostante il tempo passato. Tra le parti comiche originali ricordiamo una satira al telegiornale con un annunciatore greco che declama le notizie, l’anacronismo dell’ombrello in una notte di pioggia, un minotauro che Franco chiama “signor cornuto” e alcuni uomini lupo con una maschera in testa. Bice Valori è bravissima come Maga Circe che trasforma gli uomini in maiali e si innamora di Maciste, ma Sandra Mondaini non è da meno come Ninfa Eco che contende il forzuto alla perfida strega. Pessimi attori soltanto i due culturisti nei panni di Ercole e Maciste, doppiati e inespressivi, ma il loro ruolo è quello di picchiare sodo e sfondare porte. Molto divertente il finale, quando Vianello prende la forza di Maciste e vince la sfida contro Ercole. “Milan l’è un gran Milan, anche se è l’unico posto del mondo dove si sentono tossire gli uccellini”, dice Carotenuto quando la macchina del tempo li riporta a casa. Bice Valori compare davanti a loro nei panni di una prostituta, fuori da una macelleria che espone teste di maiali. “Aiuto! La maga!”, gridano i nostri eroi e scappano nella notte di Milano come due novelli Stan Laurel e Oliver Hardy. La pellicola viene restaurata e rieditata in technicolor, dopo il successo commerciale di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, come “Franco, Ciccio e Maciste contro Ercole nella valle dei guai”.
Gordiano Lupiwww.infol.it/lupi

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