martedì 10 luglio 2012

Ladro lui, ladra lei (1958)

di Luigi Zampa

Luigi Zampa è uno dei registi che meglio ha saputo sfruttare le qualità recitative di Alberto Sordi, che in questa pellicola vediamo impegnato accanto a un’affascinante Sylva Koscina. Altri interpreti: Ettore Manni, Mario Carotenuto, Mario Riva, Alberto Bonucci, Marisa Merlini, Nando Bruno, Anita Durante, Vinicio Sofia, Mino Doro, Carlo Delle Piane, Guglielmo Inglese, Ignazio Leone, Mimmo Poli.

Alberto Sordi finto carabiniere

Ladro lui, ladra lei è un film di passaggio dal neorealismo rosa alla commedia all’italiana, senza essere né l’uno né l’altro, perché i poveri sono tutti giovani e belli, i ladri sono da libro Cuore, le situazioni più realistiche permeate di un eccessivo sentimentalismo. La ricostruzione della vita di borgata, i volti dei poveri e la descrizione del modo di vivere, le immagini di una Roma da ricostruire e in attesa del boom sono le cose migliori della pellicola. Ricordiamo la sequenza in cui la borgata attende il passaggio di Cesira che si reca a Venezia in vagone letto. La ragazza finisce per provare vergogna di fronte agli altri passeggeri e disconosce le persone che la salutano dalle povere case gridando a voce alta il suo nome. Cesira (Koscina) è una borgatara che sogna di cambiare vita, si impiega come commessa ma incontra padroni dalle mani lunghe, chiede la protezione di Cencio (Sordi) e finisce per essere imbrigliata nelle sue truffe che diventano sempre più rocambolesche. Alla fine Cesira cambia vita davvero perché un ex padrone (Manni) si rende conto che insieme potrebbero vivere felici e decide di sposarla. Cencio viene arrestato da un poliziotto divenuto ormai amico di famiglia, torna nella sua cella a Regina Coeli, accolto come un divo dagli amici detenuti che lo attendevano trepidanti. Sylva Koscina mostra un fisico prorompente e si impone all’attenzione del pubblico come femme fatale del nostro cinema. Zampa racconta l’amicizia tra una borgatara e un ladruncolo, critica l’immoralità dei commercianti che cercano la commessa piacente e finisce per cadere nel romanticismo più incredibile. Ottimo Sordi nei panni del piccolo truffatore che cerca di imitare i colpi del padre, ladro figlio di ladri, orgoglioso del suo passato, tutto sommato romantico e innamorato, ma incapace di cambiare vita. Non sono da meno gli immorali commercianti tratteggiati dalle figure di Bonucci, Carotenuto e Riva, mentre Manni è il ricco egoista che nel finale viene colto da un impeto di generosità e si riscatta. Bravi i caratteristi, da Carlo Delle Piane (comico detenuto) a Ignazio Leone (giovane ladro). Buona comicità. Si sente la mano di Pasquale Festa Campanile nella scrittura filmica e nella sceneggiatura, realizzata con la collaborazione di Massimo Franciosa, Zampa e dello stesso Sordi.

La sequenza più bella del film: i borgatari salutano Cesira.
Una Roma che non esiste più...


Gordiano Lupi


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