venerdì 11 ottobre 2013

La moglie del prete (1971)



di Dino Risi


Regia: Dino Risi. Soggetto: Bernardino Zapponi, Ruggero Maccari, Dino Risi. Sceneggiatura: Bernardino Zapponi, Ruggero Maccari. Fotografia: Alfio Contini. Montaggio: Alberto Gallitti. Musiche. Armando Trovajoli. Scenografia e Costumi: Gianni Polidori. Produttore: Carlo Ponti. Case di Produzione: Italia/ Francia - Compagnia Cinematografica Champion e Dear International. Durata. 107’. Genere: Commedia. Interpreti: Marcello Mastroianni, Sophia Loren, Venatino Venantini, Pippo Starnazza, Miranda Campa, Nerina Montagnani, Dana Ghia, Giuseppe Maffioli, Augusto Mastrantoni, Jacques Stany, Gino Cavalieri, Gino Lazzari, Brizio Montinaro, Paola Natale. 


Dino Risi firma una commedia all’italiana classica, genere in cui è specialista, come tale un ibrido permeato di sentimento e farsa, sprazzi di leggerissimo melodramma e anche di velato discorso politico. La commedia all’italiana racconta la vita, non ha sempre un lieto fine, usa il sorriso per mettere all’indice problemi insoluti e difetti nostrani.  In questo caso il tema è il celibato dei preti, molto sentito nel periodo storico, ma tutto è diluito nella leggerezza d’un’improbabile storia d’amore fatta di situazioni ai limiti del paradossale. 
 

Valeria (Loren) è un’ex cantante di balera. Mario (Mastroianni) un prete integerrimo che insegna in un liceo cattolico. I due si conosco per caso, quando la donna telefona a Voce amica - un programma radiofonico per ascoltare i problemi della gente curato dal parroco - e subito dopo tenta il suicidio. Il prete va a trovarla in ospedale, ma da cosa nasce cosa, perché Mario non è indifferente alla bellezza di Valeria e finisce per innamorarsi. I due formano un’insolita coppia che scandalizza parenti, amici e conoscenti, persino la madre del prete che non accetta il fatto compiuto. Nonostante tutto Mario e Valeria decidono di sposarsi e chiedono la dispensa al Vaticano, ma le gerarchie ecclesiastiche mettono in pratica il cosiddetto promoveatur ut amoveatur, nominando Mario monsignore. Valeria si reca a Roma per dire a Mario che aspetta un figlio, ma si rende conto che non si sposeranno mai, perché il suo uomo è troppo coinvolto nel nuovo ruolo. Finisce per tacere e si limita a osservare la caduta delle illusioni: crescerà in segreto quel figlio come ragazza madre.  

 
Dino Risi dirige due attori straordinari come Marcello Mastroianni e Sophia Loren, che si adattano bene a ogni interpretazione, sia comica che drammatica. Tra l’altro in questo film assistiamo a un continuo alternarsi di registro e i due attori riescono a dare il meglio di loro stessi. Interessante il soggetto di Zapponi e Maccari, che affronta un tema di grande attualità - ma difficile, visti i tempi - con leggerezza e senza ideologia. Musiche di Armando Trovajoli, suggestive e in sintonia con la pellicola. Ambientazione veneta perfettamente riuscita, tra Padova e Venezia, con Mastroianni che si doppia in un buffo accento patavino, mentre la Loren non riesce a lasciare il napoletano. Suggestive riprese delle vallate di Comacchio, tra paludi e casolari tanto cari a Pupi Avati,  che riprendono i luoghi natii di Don Mario e la casa materna. La critica e la stampa cattolica si scatenarono contro una pellicola piacevole e per niente irrispettosa.  


Rassegna critica. Paolo Mereghetti (una stella e mezzo): “Dopo mezz’ora Risi non ha più carte da giocare; i protagonisti fanno il verso a se stessi, la satira scade nel bozzetto (tanto più che l’ambientazione è nella cattolicissima Padova). Morando Morandini (Una stella e mezzo per la critica, cinque stelle per il pubblico): “Settimo incontro Loren - Mastroianni,  e il meno convincente. Dopo la prima mezz’ora il copione di Risi, Maccari e Zapponi ha esaurito la benzina. Loren inamidata in un trucco hollywoodiano e Mastroianni a disagio con il dialetto veneto. Assente l’Italia che cambia”. Pino Farinotti concede tre stelle, pur non motivando, ma è la valutazione più corretta per una commedia divertente, piena di brio, che non conosce momenti di pausa. Non è vero che dopo mezz’ora la storia ha esaurito la benzina, come non è vero che manca l’Italia che cambia. La critica alle gerarchie ecclesiastiche è penetrante, i momenti satirici sono graffianti e la Loren mostra le lunghe gambe indossando minigonne alla moda, simbolo dei nuovi tempi. 


Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi

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