domenica 22 dicembre 2013

I due carabinieri (1984)


di Carlo Verdone
 

Regia: Carlo Verdone. Soggetto e Sceneggiatura: Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Carlo Verdone. Montaggio: Antonio Siciliano. Fotografia: Danilo Desideri. Musica: Fabio Liberatori. Scenografia: Franco Velchi. Produttore: Mario e Vittorio Cecchi Gori. Durata: 120’. Commedia. Interpreti: Carlo Verdone, Enrico Montesano, Paola Onofri, Massimo Boldi, Marisa Solinas, Claudia Poggiani, Guido Celano, Anna Maria Torniai, Andrea Aureli, Pino Patti, Fabrizio Otello Polverini, John Steiner )doppiato da Carlo Valli), Tony Brennero, Barbara Herrera, Ciro Orlando, Gianni Franco, Stefano Gragnani, Eolo Capritti, Cesare Nizzica, Antonio Vezza, Luciano Foti, Maria Tedeschi, Salvatore Biondo. 

 

I due carabinieri è il quinto film da regista di Carlo Verdone, una delle pellicole dei tempi in cui Verdone era capace di inventare cose nuove nel campo della commedia, aiutato dalla fresca vena di Benvenuti e De Bernardi. Risulta ottima l’intesa comica tra i due protagonisti Verdone (Marino) e Montesano (Glauco), così come si ricorda con piacere Massimo Boldi (non ancora impegnato nei cinepanettone) nei panni del carabiniere milanese Adalberto. I due carabinieri è una storia di amicizia, pensata da Mario Cecchi Gori come strumento per presentare l’Arma dei Carabinieri in modo simpatico e divertente, sostenuta dallo stesso corpo dell’esercito per diffondere una sua immagine rassicurante grazie a una pellicola popolare. Carlo Verdone non era così convinto di scrivere e girare un film partendo da un simile intuizione, ma l’idea del produttore si rivelò vincente, visto il successo di pubblico. In realtà durante la lavorazione i rapporti tra Verdone e Montesano furono pessimi, il rapporto tra i due comici fu improntato a una quasi totale impossibilità di convivere, confermando il detto popolare che due galli in un pollaio sono troppi. Montesano e Verdone erano molto popolari ed entrambi volevano essere sempre in primo piano, tra l’altro il secondo era favorito dal ruolo di regista, che il primo mal sopportava. Fu l’ultima volta in cui i due attori recitarono insieme, dopo Grand Hotel Excelsior (1982) di Castellano e Pipolo, pellicola più gestibile perché lavoravano in episodi diversi. Peccato, perché il risultato finale è positivo e dalla finzione scenica non trapela niente dei pessimi rapporti personali. Montesano interpreterà un altro film sull’Arma dei Carbinieri (Il tenente dei carabinieri, 1986, di Massimo Ponzi), insieme al più malleabile Massimo Boldi, un lavoro meno riuscito del precedente, più televisivo, poliziesco-soft più che commedia, sempre scritto da Benvenuti e De Bernardi. 



Inutile raccontare la trama che racconta l’amicizia tra un ragazzo introverso come Marino e un caciarone come Glauco, ben interpretati da Verdone e Montesano, carabinieri di stanza a Roma dopo la scuola di formazione. Rita (Paola Onofri) è la donna che potrebbe minare una solida amicizia, perché rappresenta l’amore conteso, ma alla fine il messaggio che si vuol far passare è che l’amicizia è un sentimento più forte dell’amore. Rita si sposa con Glauco e Marino accetta la situazione. Molte avventure dei due carabinieri compongono quasi un film a episodi dal taglio comico - poliziesco. Si passa da Roma a Biella, con il terzetto composto da Verdone, Montesano e Boldi che ne combina di tutti colori, ma in primo piano c’è un buonismo di fondo quasi celebrativo dell’Arma dei Carabinieri. Troviamo accenni al senso di fare il carabiniere in tempo di pace, al ruolo dell’Arma al servizio del cittadino, ma pure battute storiche: “Siamo gli Starsky ed Hutch italiani”, dice Montesano riferendosi alla popolare serie televisiva. Risposta di Verdone: “No, noi siamo Stanlio e Ollio”.  Boldi è fantastico quando sniffa cocaina per errore e si sete bene “come una bestia”, sfruttando una battuta televisiva per la quale era diventato molto popolare tra i giovani. 
 
Ottima la parte finale sul treno, con un grande John Steiner nei panni di uno squilibrato che tiene in ostaggio Verdone e un gruppo di scout, ma viene catturato dal carabiniere Montesano. La musica è di Fabio Liberatori che cita due canzoni degli Stadio: La mattina e Ba… Ba… Ballando (da Chiedi chi erano i Beatles). La collaborazione dell’Arma per un film simile è anche una sorta di reazione ai tanti barzelletta-movies che presentavano i carabinieri come stupidi e inetti, oggetto di mere caricature da avanspettacolo. Il film di Verdone non presenta questo taglio, ma rientra nei canoni della commedia all’italiana di stampo classico. 


Grande successo di pubblico, riconosciuto dalle quattro palline del Morandini, sia al cinema che in tutti i passaggi televisivi. La critica alta comunque non è soddisfatta. Paolo Mereghetti (una stella e mezza): “Il film ha il merito di non sacrificare la comicità alla barzelletta. Ma non può bastare”. Morando Morandini (due stelle): “Tutto si può rimproverare a Verdone, ma non il puntiglio di cambiare registro a ogni nuovo film”. Pino Farinotti (due stelle): “Commedia simpatica, ma di pregi non eccezionali con il merito di non essere la solita barzelletta sull’Arma”. A nostro parere un film da rivedere senza pregiudizi di maniera.

 

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