venerdì 27 marzo 2015

Provocazione - Erotic games (1988)

di Piero Vivarelli



Regia: Piero Vivarelli. Soggetto e Sceneggiatura: Patrizia Rosso, Piero Vivarelli. Costumi: Francesco Panni. Art Director: Patrizia Brandimarte. Fotografia: Alessandro Carlotto. Supervisore alla Fotografia: Roberto Forges Davanzati. Musiche: Roberto Ciotti. Direttore di Produzione: Enzo Samà. Montaggio: Carlo Broglio. Mixage: Franco Bassi. Aiuto Regista: Alessandro Vivarelli. Assistente alla Regia. Patrizia Rosso. Segretario di Produzione: Oliviero Vivarelli. Segretaria di Edizione: Anna Maria Liguori. Assistente Operatore: Emnauele Mazzilli. Capo Elettricista: Luigi Pasqualini. Capo Macchinista: Sergio Fabbriani. Truccatrice: Gloria Granati. Parrucchiera: Regina Usidda. Produttore: Angiolo Stella. Casa di Produzione: Cometa Film srl. Canzoni: Provocation Sweet Paradise, No More Blues - Hot Club, Treat Me Right - Rolls Royce sono tratte dall’album No More Blue di Roberto Ciotti (Time Music - Edizioni Aliante B.M.G. - Ariola Musica). Edizione: Pantheon srl eseguita presso C.D.S.. Effetti Speciali Sonori: C. e G. Movie and Sound. Pellicola: Fuji. Sviluppo e Stampa: Luciano Vittori. Mezzi Tecnici: Arco Due srl. Distribuzione. Cometa Film. Interpreti: Moana Pozzi, Marino Masè, Petra Scharbach, Hula, Alessandro Vivarelli, Oliviero Vivarelli, Piero Vivarelli.



Piero Vivarelli gira una pellicola indefinibile, un mix di softcore e thriller come soltanto negli anni Ottanta era possibile concepire. Marino Masè si trova coinvolto in un cast da cinema porno con tre attrici di Diva Futura come Moana Pozzi, Hula e Petra Scharbach. A dire al vero sembra poco a suo agio, ma fa quel che può in un ruolo molto spinto, per lui piuttosto insolito. La storia si racconta in poche righe, perché se togliamo le lunghe parti erotiche (ai limiti del porno) il soggetto è davvero ai minimi termini. Masè è Roberto, professore tuttologo (discetta di filosofia, storia, matematica, scienze...), al quale la matrigna Vanessa (Pozzi) affida le due figliastre Vivi (Hula) e Kikki (Petra), dopo la morte del marito. 



Non è per amore che Vanessa, interessata solo a sesso e denaro, si occupa delle ragazzine, ma glielo impone una clausola del testamento, se vuole godere il capitale lasciato dal marito. Il professore è una vecchia fiamma della bella matrigna, infatti - nel tempo libero - la coppia riprende un interessante discorso erotico interrotto alcuni anni prima. Le due ragazzine sono lolite provocanti, lesbicheggiano e insidiano il professore, cercando di portarlo nei loro letti. Va da sé che ci riescono, tra masturbazioni, pose provocanti, atteggiamenti tratti da Lolita di Kubrick, parole dolci e sguardi ammiccanti. 



I giochi erotici adolescenziali raggiungono il culmine della depravazione quando le ragazzine chiudono la matrigna nella sauna e la lasciano morire asfissiata. La polizia indaga e conclude che si è trattato solo di un tragico incidente. Pure il gioco erotico con il professore finisce nel sangue, l’uomo muore soffocato, ricoperto di miele e piume fatte uscire da numerosi cuscini. Il dialogo tra i poliziotti fa capire che Vivi e Kikki sono due pericolose psicopatiche uscite da un ospedale psichiatrico. Il regista compie un salto temporale e riporta lo spettatore all’inizio della storia, spiegando come tutto è cominciato. Un finale strano, abbastanza incompiuto, piatto e senza suspense come il resto del film.



Piero Vivarelli (Siena, 1927 – Roma, 2010) gira il suo ultimo film italiano, perché La rumbera (1999) - che ho visto in lingua originale - è cinema cubano a tutti gli effetti, prodotto da ICAIC. Vivarelli, infatti, è il solo italiano ad aver avuto la tessera del Partito Comunista Cubano, oltre ad aver vissuto lunghi periodi della sua vita sull’isola caraibica. Regista, paroliere, brillante sceneggiatore, si ricorda per Il dio serpente (1970) - con il lancio di Nadia Cassini e la conferma della moglie Beryl Cunningham - ma anche per Satanik (1967), Il decamerone nero (1974) e per un documentario su Enrico Berlinguer (1984).



La critica non si occupa molto di Provocazione. Paolo Mereghetti (una stella): “Vivarelli si adatta a un progetto soft-core che coinvolge tre attrici della scuderia di Riccardo Schicchi. Qualche tocco parodico non compensa la cagneria dell’insieme. Nessun successo all’epoca”. Marco Giusti (Stracult): “Thriller porno che segna il primo sconfinamento di Moana nel soft d’autore”. Intendiamoci: è un soft o è un porno? Noi lo sappiamo che è un film erotico, ma il critico romano non sembra avere le idee chiare. Prosegue Giusti: “Marino Masè è ormai inadeguato come stallone, ma le ragazze, soprattutto Moana e Petra, quando sono nude non sono affatto male”. Bel giudizio tecnico…



Provocazione - Erotic games è un giallo erotico, un blando thriller psicologico, così sbilanciato sul versante erotico da sembrare un porno tagliato. Girato su pellicola con buone intuizioni fotografiche, discrete panoramiche marine e un lungo piano sequenza iniziale, tra le scogliere e le strade assolate di Carloforte, Isola di San Pietro, sud ovest della Sardegna. Molti testi parlano di Favignana (Trapani), ma è il fotografo di scena Paolo Concas - da noi avvicinato - a confermare che  siamo in Sardegna. “Bellissimi ricordi col carissimo Stella e l’amico Carlotto, il mio primo lavoro come fotografo di scena”, conclude. Recitato piuttosto male da un Marino Masè del tutto fuori ruolo come professore erotomane e da tre “non attrici” come Pozzi, Hula e Petra, tutto sommato spontanee nei loro ruoli trasgressivi. Lo spettatore attende le scene erotiche che sono molto spinte, sia i rapporti omosessuali tra Hula e Petra come le sequenze hot interpretate da Masè e Pozzi. Tra tutte citiamo un rapporto sulla scogliera spiato dalle ragazzine voyeur, ben realizzato da un punto di vista registico e fotografico. Il tema della lolita provocante è ben sfruttato con citazioni da Kubrick, L’angelo azzurro e Nove settimane e mezzo, mentre il professore si destreggia tra Schopenauer e Leopardi. Hula orina davanti al mare e subito dopo masturba l’uomo, Petra allarga le gambe mentre lui spiega filosofia e mostra il seno mentre si lecca le labbra con la lingua vogliosa. Balli spinti, strip a tempo di Joe Cocker, tutto prelude alla morte della matrigna, pericoloso ostacolo da eliminare per soddisfare turpi voglie. 



La parte finale è ancora più estrema, dal funerale con le ragazzine in minigonna nera, al caviale leccato sul seno di Petra, per finire con il professore cosparso di miele e piume. I giochi erotici avrebbero giustificato un porno con la trama, ma Vivarelli si accontenta di un erotico spinto e riesce a coinvolgere un attore normale come Masè in una sceneggiatura davvero assurda. Vivarelli scrive e sceneggia con Patrizia Rosso, compare in un breve cammeo come avvocato. Presenta il film per ottenere il visto censura addirittura come Provocazione di Piero Vivarelli. Alla faccia dell’umiltà. Frase di lancio: “Stasera, svestitissima, per una provocazione in più, allo spettacolo delle ore 22.30, interverrà Moana Pozzi”. Un film che si può perdere, chiaro, ma un prodotto curioso, utile per capire un periodo storico del nostro cinema erotico. 

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